mercoledì 16 settembre 2009

E' MORTO EMMER: INVENTO' CAROSELLO.

Luciano Emmer, morto all'ospedale Gemelli di Roma a 91 anni, parte con l'arte, incontra pubblicità e cinema per poi tornare a quell'arte da cui era partito. Nato a Milano il 19 Gennaio 1918, già da studente fonda con l'amico Enrico Gras una casa di produzione che realizza principalmente documentari d'arte. Si va dai quadri di H. Bosch come il 'Paradiso terrestre', per poi arrivare a Giotto, Leonardo, Goya e Picasso. Documentari che si fanno subito notare per bellezza e ritmo e che lo portano ben presto al grande schermo. Il suo esordio al cinema è nel 1950 con 'Domenica d'agostò film dal taglio umoristico e sentimentale tra neorealismo e commedia di costume. Poi arrivano 'Parigi e' sempre Parigi' e 'Le ragazze di Piazza di Spagna' con Lucia Bosé e 'Terza liceo', tutti nell'ambito del neorealismo. E questo fino a 'La ragazza in vetrina' del 1960 (uno dei film oggetto di una retrospettiva a lui dedicata alla Mostra del cinema di Venezia) con Marina Vlady e Magali Noel. Di scena due minatori in Belgio che passano un weekend con due ragazze olandesi che lavorano come prostitute nella strada delle vetrine di Amsterdam, film che subì la censura democristiana che impose tagli, modifiche al dialogo e divieto ai minori di 16 anni. Dopo questo film Emmer lascia il grande schermo per trent'anni prima di tornarci nel 1990 con 'Basta! Ci faccio un film', cui seguono 'Una lunga lunga lunga notte d'amoré (2001) e 'L'acqua... il fuocò (2003) con protagonista Sabrina Ferilli. Ma il lavoro più conosciuto di Emmer è sicuramente quello pubblicitario. Ovvero la sigla cult come quella del primo Carosello, quella, per intenderci, con i siparietti che si aprivano uno dopo l'altro. Tra i tanti spot da lui firmati e che hanno trovato accoglienza appunto in Carosello: quello di Walter Chiari ('Solo io mi chiamo Yogà); quello di Carlo Dapporto (Durban's) e quello di Dario Fo ('Supercortemaggiore, la potente benzina italianà). Ultimo suo lavoro, 'Masolino' del 2008: un cortometraggio d'arte. Girato nel Borgo di Castiglione Olona, il documentario racconta di tutti i luoghi più significativi tra quelli che Masolino deve aver attraversato e visto nel suo soggiorno castiglionese: dalle rive del fiume ai Mulini, fino al ponte in pietra che attraversa l'Olona.
Fonte(Ansa)

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